Quando si parla di equity crowdfunding si fa riferimento a una tipologia di investimento che permette a un gruppo di persone (il termine crowd in inglese vuol dire folla) di finanziare startup o piccole e medie imprese all’avanguardia in un determinato settore. Il contributo finanziario viene erogato tramite portali online autorizzati, in cambio di quote societarie dell’impresa in questione.
Si tratta di una forma di raccolta fondi che è stata normata in Italia nel 2013: il nostro Paese è stato il primo fra quelli europei a introdurla attraverso una legge e un regolamento e, dopo un momento di stallo iniziale, i numeri hanno premiato questa forma di investimento. Nel 2017, l’equity crowdfunding ha raggiunto livelli inaspettati, con 19 portali autorizzati dal Consob attivi alla data del 30 giugno 2017.
Investire in startup attraverso l’equity crowdfunding: cosa sapere
Scegliere di investire in una startup attraverso l’equity crowdfunding vuol dire puntare su aziende che hanno un grande potenziale di poter crescere e di imporsi sui mercati. Investire i propri risparmi significa, quindi, diventare soci della startup: se nel tempo l’impresa diventerà affermata, le azioni che si possiedono avranno un valore più alto rispetto a quello di acquisto e si potranno eventualmente rivendere ricavandone un profitto, oppure si potrà decidere di incassarne i dividendi.
Si tratta, indubbiamente, di un investimento ad alto rischio perché se la startup non dovesse avere successo, molto probabilmente alla fine chiuderà e si perderà, di conseguenza, una parte dell’investimento; nei casi peggiori, tutto il capitale investito nel progetto nel quale si è creduto. Se non si è del tutto convinti dell’idea e del valore, si può comunque decidere di investire un budget non troppo elevato e monitorare l’andamento dell’investimento nel tempo.
Perché investire in una startup
Le motivazioni per le quali si potrebbe decidere di investire i risparmi in una startup sono molteplici. Per molte persone, alla base c’è la speranza di avere tra le mani una società che possa diventare alla stregua di Google o di Facebook nel tempo, situazione che purtroppo in Italia non si verifica con altissima frequenza. Ad ogni modo, nel caso in cui una società sconosciuta si trasformasse pian piano in un grande gruppo internazionale, il proprio investimento risulterebbe vincente.
Altre motivazione per le quali si potrebbe optare per il crowdfunding e finanziare una startup, potrebbero essere:
- la volontà di dare il proprio contributo all’innovazione, come fanno alcuni filantropi in giro per il mondo, con l’intenzione di agire a favore dell’ecosistema globale;
- una ragione un po’ meno eterea, ma più concreta, che è quella di ottenere dei vantaggi fiscali: la legge prevede che le persone fisiche e giuridiche possano detrarre una percentuale delle somme investite in startup innovative.
L’equity crowdfunding è, quindi, una scelta alla portata di tutti: prima di agire, è necessario valutare attentamente l’azienda nella quale si è deciso di investire per comprendere se il suo modello di business è performante, ripetibile e scalabile, e se potrebbe rivelarsi un ottimo investimento.