Cosa significa capitalizzare i propri interessi e che differenza c’è rispetto al semplice maturarli? Quali sono le logiche di capitalizzazione nel caso di un conto deposito?
Capitalizzazione: significato
Cominciamo da una definizione generale: la capitalizzazione è l’operazione che trasforma in capitale i risparmi e gli interessi maturati sui risparmi. La capitalizzazione è però innanzitutto un procedimento matematico che serve a calcolare l’accumulazione degli interessi maturati su un capitale iniziale.
In matematica finanziaria questo concetto è espresso da una formula piuttosto semplice: se “C” è il capitale iniziale e “I” sono gli interessi maturati, il “montante” (“M”), ossia il risultato degli interessi accumulati, è dato da: M=C+I.
Facciamo però un passo indietro: come si calcolano gli interessi maturati? Gli interessi maturati “I” sono ottenuti applicando al capitale il tasso d’interesse “r” moltiplicato per il tempo “t”(espresso in giorni) I = C*r*t/36500.
Un esempio per capire meglio: un tasso di interesse del 5% che ha come periodo di riferimento un anno, renderà 5 € per ogni 100 € di capitale. Il tasso di interesse ha sempre un periodo di riferimento, di norma un anno; la capitalizzazione degli interessi varia invece in base alla cadenza con la quale gli interessi maturati vengono liquidati e accreditati.
Capitalizzazione degli interessi: tipologie
Esistono diverse tipologie o meglio, diversi regimi di capitalizzazione. La matematica finanziaria ne ha individuati 3 principali che servono a calcolare il risultato della capitalizzazione degli interessi in funzione del tempo “t”, dato il tasso di interesse “r”. Se non sei un esperto o un addetto ai lavori e hai scelto di investire i tuoi risparmi in un conto deposito o in un fondo, è bene cominciare a familiarizzare con alcuni concetti e con alcune formule, per essere sicuro di effettuare scelte il più possibile ponderate e consapevoli.
1. Capitalizzazione semplice: nel regime di capitalizzazione semplice gli interessi non producono interessi e si sommano semplicemente via via al capitale iniziale. Il montante è proporzionale al tempo, cioè alla durata di applicazione del tasso.
2. Capitalizzazione composta: nel regime di capitalizzazione composta l’interesse prodotto in ogni periodo si somma al capitale e produce a sua volta interessi, di modo che il montante è calcolato con una formula dove il tempo è posto in esponente.
3. Capitalizzazione mista: nella capitalizzazione mista si applica il regime della capitalizzazione semplice per le frazioni d’anno e quello della capitalizzazione composta per gli anni interi. Il regime di capitalizzazione mista è quello utilizzato, ad esempio, per la liquidazione degli interessi di un conto corrente.
Sei hai dei risparmi e desideri farli crescere in modo sicuro, aprire un conto deposito è una soluzione consigliata e non rischiosa. Le nozioni presentate in questo articolo sono un’introduzione alle conoscenze e competenze che è bene acquisire per poter fare sempre una scelta ponderata e consapevole!